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Latini, Brunetto
La rettorica

Argomento 88. Della mirabile.

TULLIO

Nella mirabile generazione di causa, se ll'uditore non fosse al tutto turbato contra noi, ben potemo acquistare benivoglienza per principio. Ma s'ei troppo malamente fosse straniato ver noi, allora ne conviene rifuggire a «insinuatio», in però che volere così isbrigatamente pace e benivoglienza dalle persone adirate non solamente non si truova, ma cresce et infiamasi l'odio.


SPONITORE

Inn adietro è bene detto che quella causa è appellata mirabile la quale è di rea operazione, sicché pare che dispiaccia all'uditore. Et perciò dice Tullio che quando la nostra causa è mirabile puote bene essere alcuna fiata che ll'uditore non sia del tutto coruccioso contra noi. Et allora potemo noi acquistare la sua benivolenza per quel modo de exordio ch'è appellato principio, cioè dicendo un breve prologo in parole aperte e poche. Ma se ll'uditore fosse adiroso e curicciato contra noi malamente, certo in quel caso ne conviene ritornare ad altro modo de exordio, cioè «insinuatio», e fare un bel prologo di parole infinte e coverte, sicché noi possiamo mitigare l'animo suo et acquistare la sua benivolenza e ritornare in suo piacere. Ch'al ver dire, quando l'uditore èe adirato e curiccioso, chi volesse acquistare da llui pace così subitamente per poche et aperte parole dicendo il fatto tutto fuori, certo non la troverebbe, ma crescerebbe l'ira et infiamerebbe l'odio; e perciò dee andare dintorno et entrarli sotto covertamente.