Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina | Vai alla colonna di sinistra

Colonna con sottomenu di navigazione


immagine Dante

Contenuto della pagina


-
Menu di navigazione

Latini, Brunetto
La rettorica

Argomento 23. Tullio dice la sua sentenzia della materia di rettorica, riprende quella d'Ermagoras.

TULLIO

Et sì come porta la nostra oppinione, l'arte del parliere e la sua scienzia è di questa materia partita in tre. Ché certo non pare che Ermagoras attenda quello che dice né attenda ciò che promette, acciò che dovide la materia di questa arte in causa et in questione.


SPONITORE

Poi che Tulio àe detto davanti le tre partite della materia di rettorica sì come fue oppinione d'Aristotile, in questa parte conferma Tulio la sentenzia d'Aristotile; e dice che pare a llui quel medesimo, e riprende la sentenzia d'Ermgaoras, il quale diceva che lla materia del parliere è di due partite, cioè causa e quistione. Ma certo e' dovea così riprendere coloro che giungeano alla materia di quest'arte confortamento e disconfortamento e consolamento; e lui riprende Tulio nominatamente perciò ch'elli era più novello e però dovea elli essere più sottile, e riprendelo ancora però che ssi traea più innanzi dell'arte; e riprendendo lui pare che riprenda li altri. Ma però che Tulio non disfina lo riprendimento delli altri, sì vuole lo sponitore chiarire il loro fallimento, e dice così: Vero è che, sì come mostrato è qua in adietro, l'officio del parliere si è parlare appostatamente per fare credere, e questo far credere è sopra quelle cose che sono in lite, c'ancora non sono pervenute all'anima; ma chi vuole considerare il vero, e' troverà che confortamento e disconfortamento sono solamente sopra quelle cose che già sono pervenute all'anima. Verbigrazia: Lo sponitore avea propensato di fare questo libro, ma per negligenzia lo intralasciava; onde da questa negligenzia il potea bene alcuno ritrattare per confortamento, e questo conforto viene sopra cosa la quale era già pervenuta all'anima, cioè la negligenzia. Et se alcuno disconforta un altro che avea proposto di malfare, tanto che ssi 'nde rimane, altressì viene lo sconforto in cosa la quale era già pervenuta all'anima. Adunque è provato che conforto né disconforto non possono essere materia di questa arte. Ma consolamento puote anzi essere materia del parliere, perciò che puote venire sopra cosa c'ancora non sia pervenuta all'anima. Verbigrazia: Uno uomo avea fermato nel suo cuore di menare dolorosa vita per la morte d'una persona cui elli amava sopra tutte cose. Ma un savio lo consolava, tanto che propone d'avere allegrezza, la quale non era ancora pervenuta all'anima. Ma perciò che in questo consolamento non ha lite, perciò che 'l consolato non si difende né non allega ragioni contra il consolatore, non puote essere materia di questa arte. Or è ben vero che altri dissen che dimostrazione non era materia di questa arte, anzi era materia di poete, però ch'a' poete s'apartiene di lodare e di vituperare altrui. Et avegna che Tulio no lli riprenda nominatamente, assai si puote intendere la riprensione di loro in ciò ch'e' conferma la sentenza d'Aristotile che disse che dimostrazione e deliberazione e iudicazione sono materia di questa arte. Et sopra ciò nota che dimostrazione pertiene a' poeti et a' parlieri, ma in diversi modi: che ' poeti lodano e biasmano sanza lite, ché non è chi dica contra, e 'l parlieri loda e vitupera con lite, ché è chi dice contra il suo dire. Et perciò dice Tulio che non pare che Ermagoras intendesse quello che dicea, né che considerasse quello che prometea, dicendo che tutte cause e questioni proverebbe per rettorica. Or dicerà Tulio le riprensioni d'Ermagoras sopra causa e sopra questione.