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Guittone d'Arezzo
Rime

CXXV

Non ha fallato; soffre e non lo dimostra; ma attende mercé dalla saggezza della donna.

Non per meo fallo, lasso, mi convene
addimandar perdono e pietanza,
ed amorosi pianti e dolci pene
patir, ch'eo n'aggio non per mia fallanza.
Ma 'l fino amore tanto mi distene,
ch'aggio inver quella, in cui tegno speranza,
ch'eo porto in pace ciò, che m'addivene,
e di penar non faccio dimostranza;
però che 'n breve sua mercede attendo,
ché la mia donna è saggia e canoscente
sì, che tornare al primo loco spero.
Perch'io non son colpevol conoscendo,
ma pregherolla pietosamente,
ch'ella mi dica perché m'è guerrero.