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Giamboni, Bono
Il libro de' Vizî e delle virtudi

Capitolo LXI. De la carità che si fa de le cose de la sconfitta de' Vizî.

Da che le cose furo un poco racquetate, sí si mise un bando da parte delle Virtú che tutte le persone a cui fosse venuto a le mani di quel de' nimici, in mano della Carità incontanente il dovesser rassegnare. La qual cosa cosí si fece, e non ne fu frodata d'un danaio; e fu tanta la roba di quel che si trovò de' nimici, che non si potrebbe contare. E quando la Carità ebbe a sé ogni cosa, raunò tutti i poveri del mondo, sí come quella che ben li sapea, e per volontà de le Virtudi tutta questa roba tra' poveri dispensò, dando a ciascun piú e meno secondo la sua povertade. E quando ebbe fedelmente dispensato ogni cosa, non si trovò neun uomo nel mondo che fosse mendico, perché ciascuno avea pienamente reggimento della vita sua: tanto fue quello che le genti de' Vizî dell'altrui in mala parte teneano. Perché, bastando le cose del mondo pienamente a tutte le genti, tanto aviano i detti Vizî soprapreso de l'altrui (e convertiallo in mal uso), che molti ne stavano in gran mendicitate. E dacché fu fatta la detta carità, sí si raccolsero le Virtú con tutta la lor gente, e abbandonaro il campo e tornârsi nell'oste; nel qual luogo fuoro dalla Religione e da le sue figliuole a grande onore e con molta allegrezza ricevute.