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Giamboni, Bono
Il libro de' Vizî e delle virtudi

Capitolo XLII. Della battaglia tra la Fede Cristiana e le sei Risie.

Fatte le comandamenta la Fede Giudea, e la Fe' dell'idoli morta e spenta, cominciò la Fede Cristiana a segnoreggiare tutto 'l mondo, ed esser creduta da tutte le genti sanza contradicimento d'altra Fede. E credendosi tutt'i suoi nimici aver vinti, sí si tornava nell'oste per posare, e perché potessero fare le loro battaglie l'altre Virtú.

E nel tornare ch'ella fece, ebbe novelle da li suoi cavalieri che sei Resie eran giunte nel campo con grande sforzo di gente e con grandissimo furore, e richiedevalla di battaglia. A queste novelle tornoe nel campo co la sua gente, amannata di combattere con qualunque altra Fede si trovasse. E quando vidi questo dissi: - Dimmi, maestra de le Virtudi, chi son queste Fedi che sono tanto indugiate, e ora son giunte con cotanto furore, che pariano tutte le battaglie de la nostra Fede racquietate? - Ed ella disse: - Questi sono sei grandissimi baroni de la Fede Cristiana, che si sono rubellati da lei per malizia di troppo senno; e catuno ha fatta sua legge. - E io dissi: - In che modo per malizia di troppo senno? - Ed ella disse: - Questi baroni furono sei grandissimi prelati della Chiesa di Dio, e uomini molto litterati e savi maestri, che leggendo nella Divina Scrittura trovaro, secondo verace intendimento, che la vita dell'uomo era molto stretta a potersi salvare: perché neuno potea avere paradiso seguitando il diletto della carne e la gloria del mondo. Della qual cosa eran questi prelati molto dolenti, ché sentendosi in grandi dignitadi da potere ben godere, voleano paradiso e questo mondo abracciare: però s'ingegnaro con grandi sottigliezze, e trovaro nuovi intendimenti a la Divina Scrittura, per li quali allargâr la vita dell'uomo con potersi salvare. E per questi intendimenti ha catuno trovata sua legge (e non s'accorda l'una coll'altra); ed hanno la predicata alle genti, e fatta credere a molti matti, per la larghezza della vita, e spezialmente a coloro che s'aviano già posto in cuore di non servare la legge di Dio, tanto gli stringea il diletto del mondo. - E quando ebbe cosí detto dissi: - Come hanno nome queste Risie? - Ed ella disse: - Paterini, Gazzeri, Leoniste, Arnaldiste, Speroniste, Circoncisi; e catuna è dal suo prelato nominata.

E dicendo queste parole, vedemmo che tutte e sei le dette Resie si raccolsero insieme; e di tutte le genti loro, ch'eran diverse, fecero una schiera molto grande, ad intendimento di venire molto stretti e schierati cosí grossi contra la Fede Cristiana, e di rompere e di mettere in caccia tutta sua gente. E quand'ebber questa schiera fatta cosí grossa, trassersi innanzi a cominciar la battaglia. Quando la Fede Cristiana vide venire i servi suoi contra sé, e coloro che le aveano giurata fedaltà e aviengliele rotta, ricordandosi del tradimento che le avean fatto fue molto allegra, perché vide ch'era tempo e stagione che se ne potea vendicare; e aperse loro la via e lasciolle venire, perché s'accorse che veniano molto sfrenatamente e con gran furore e con molte parole. E quando fuor venute quanto le parve, le rinchiuse nel miluogo della sua gente e preseli tutti, sí che neuno ne poté campare. E quando li ebbe presi e legati, li esaminò diligentemente e fecesi aprire tutte le loro credenze e l'intendimenti che davano alla Scrittura Divina. Allora s'avide che per semplicità v'eran caduti e per diletto delle cose del mondo: però perdonò a coloro che di buon core volle tornare; e li altri fece ardere incontanente in un fuoco il qual facea sí fiatoso fummo, che tutte le contrade appuzzò.