XXXIX. A Dante Alighieri
Se vedi Amore, assai ti priego, Dante,
in parte là 've Lapo sia presente,
che non ti gravi di por sì la mente
che mi riscrivi s'elli 'l chiama amante
e se la donna li sembla avenante,
ch'e' si le mostr'avinto fortemente:
ché molte fiate così fatta gente
suol per gravezza d'amor far sembiante.
Tu sai che ne la corte là 'v'e' regna
om che sia vile non vi può servire
a donna che là entro sia renduta:
se la sofrenza lo servente aiuta,
può di leggier cognoscer nostro sire,
lo quale porta di merzede insegna.