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Guittone d'Arezzo
Rime

CXXVII

Chiede perdono se l'ha offesa senza avvedersene: ha creduto di farle piacere.

,
soprana di valore e di biltate,
voi ch'avite d'angel la figura,
lume che sovra ogn'altro ha claritate,
merzé vi chiede fideltate pura,
se v'aggio offeso, che mi perdoniate:
e più mi pesa di vostra rancura,
che se la morte di me ha podestate.
E dell'offesa fatene vengianza
in quale guisa più piacer vi sia,
ed io la soffriraggio umilemente.
E s'io usai inver di voi fallanza,
credettivi piacere in fede mia;
poiché vi spiace, il mio cor se ne pente.