Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina | Vai alla colonna di sinistra

Colonna con sottomenu di navigazione


immagine Dante

Contenuto della pagina


-
Menu di navigazione

Alighieri, Dante
Vita Nova

28

Contra questo adversario della Ragione si levòe un die, quasi nell'ora della nona, una forte ymaginatione in me, che mi parve vedere questa gloriosa Beatrice con quelle vestimenta sanguigne colle quali apparve prima agli occhi miei, e pareami giovane in simile etade in quale prima la vidi. Allora cominciai a pensare di lei, e ricordandomi di lei secondo l'ordine del tempo passato, lo mio cuore cominciò dolorosamente a pentere dello desiderio a cui sì vilmente s'avea lasciato possedere alquanti die contra la constanzia della Ragione: e discacciato questo cotale malvagio desiderio, si rivolsero tutti li miei pensamenti alla loro gentilissima Beatrice. E dico che d'allora innanzi cominciai a pensare di lei sì con tutto lo vergognoso cuore, che li sospiri manifestavano ciò molte volte, però che quasi tutti diceano nel loro uscire quello che nel cuore si ragionava, cioè lo nome di quella gentilissima, e come si partio da noi. E molte volte avenia che tanto dolore avea in sé alcuno pensero, che io dimenticava lui e là dov'io era. Per questo raccendimento de' sospiri si raccese lo sollenato lagrimare, in guisa che li miei occhi pareano due cose che desiderassero pur di piangere. E spesso avenia che, per lo lungo continuare del pianto, dintorno a·lloro si facea uno colore purpureo, lo quale suole apparire per alcuno martirio che altri riceva: onde appare che della loro vanitate fuoro degnamente guiderdonati, sì che d'allora innanzi non potero mirare persona che li guardasse sì, che loro potesse trarre a simile intendimento. Onde io, volendo che cotale desiderio malvagio e vana tentatione paresse distructo sì che alcuno dubbio non potessero inducere le rimate parole che io avea dette dinanzi, propuosi di fare uno sonnet nel quale io comprendessi la sententia di questa ragione, e dissi allora Lasso, per forza di molti sospiri. E dissi «Lasso» in quanto mi vergognava di ciò che li miei occhi aveano così vaneggiato. Questo sonnet non divido, però che assai lo manifesta la sua ragione.

Lasso, per forza di molti sospiri,
che nascon de' pensier' che son nel core,
gli occhi son vinti, e non ànno valore
di riguardar persona che li miri;
e facti son che paion due disiri
di lagrimare e di mostrar dolore,
e spesse volte piangon sì, ch'Amore
li 'ncerchia di corona di martiri.
Questi penseri, e li sospir' ch'io gitto,
diventano nel cor sì angosciosi,
ch'Amor vi tramortisce, sì lien dole;
però ch'elli ànno in lor, li dolorosi,
quel dolce nome di madonna scripto,
e della morte sua molte parole.