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Alighieri, Dante
Vita Nova

27

Ricoverai la vista di questa donna in sì nuova conditione, che molte volte ne pensava sì come di persona che troppo mi piacesse, e pensava di lei così: «Questa è una donna gentile, bella, giovane e savia, ed è apparita forse per volontà d'Amore acciò che la mia vita si riposi». E molte volte pensava più amorosamente, tanto che lo cuore consentia in lui, cioè nel suo ragionare. E quando io avea consentito ciò, e io mi ripensava sì come dalla Ragione mosso e dicea fra me medesimo: «Deh, che pensero è questo, che in così vile modo vuole consolar me, e non mi lascia quasi altro pensare?». Poi si rilevava un altro pensero e diceami: «Or tu se' stato in tanta tribulatione; perché non vuoli tu ritrarre te da tanta amaritudine? Tu vedi che questo è uno spiramento d'Amore, che ne reca li disiri d'amore dinanzi, ed è mosso da così gentil parte com'è quella degli occhi della donna che tanto pietosa ci s'àe mostrata». Onde io, avendo così più volte combattuto in me medesimo, ancora ne volli dire alquante parole. E però che la battaglia de' pensieri vinceano coloro che per lei parlavano, mi parve che si convenisse di parlare a·llei, e dissi questo sonnet, lo quale comincia Gentile pensero; e dico «Gentile» in quanto ragionava di gentil donna, ché peraltro era vilissimo. In questo sonnet fo due parti di me, secondo che li miei pensieri erano divisi. L'una parte chiamo core, cioè l'appetito; l'altra chiamo anima, cioè la Ragione; e dico come l'uno dice coll'altro. E che degno sia di chiamare l'appetito cuore, e la Ragione anima, assai è manifesto a coloro a cui mi piace che ciò sia aperto. Vero è che nel precedente sonnet io fo la parte del cuore contra quella degli occhi, e ciò pare contrario di quello che io dico nel presente; e però dico che ivi lo cuore anche intendo per lo appetito, però che maggiore desiderio era lo mio ancora di ricordarmi della gentilissima donna mia, che di vedere costei, avegna che alcuno appetito n'avessi già, ma leggiero parea: onde appare che l'uno decto non è contrario all'altro. Questo sonnet à tre parti. Nella prima comincio a dire a questa donna come lo mio desiderio si volge tutto verso lei; nella seconda dico come l'anima, cioè la Ragione, dice al cuore, cioè all'appetito; nella terza dico com'e' le risponde. La seconda parte comincia quivi L'anima dice; la terza quivi Ei le risponde.

Gentil pensero che parla di voi
sen vene a dimorar meco sovente,
e ragiona d'amor sì dolcemente,
che face consentir lo cor in lui.
L'anima dice al cor: «Chi è costui,
che vene a consolar la nostra mente,
ed è la sua virtù tanto possente,
ch'altro penser non lascia star con noi?»
Ei le risponde: «Oi anima pensosa,
questi è uno spiritel novo d'Amore,
che reca innanzi me li suoi disiri;
e la sua vita, e tutto 'l suo valore,
mosse degli occhi di quella pietosa
che si turbava de' nostri martiri».