Quomodo sedet sola civitas plena populo! facta est quasi vidua domina gentium. Io era nel proponimento ancora di questa canzone, e compiuta n'avea questa soprascripta stantia, quando lo Signore della iustitia chiamòe questa gentilissima a gloriare sotto la 'nsegna di quella Regina benedecta Maria, lo cui nome fue in grandissima reverenzia nelle parole di questa Beatrice beata. E avegna che forse piacerebbe a presente tractare alquanto della sua partita da noi, non è lo mio intendimento di tractarne qui per tre ragioni. La prima è che ciò non è del presente proposito, se volemo guardare nel proemio che precede questo libello. La seconda si è che, posto che fosse del presente proposito, ancora non sarebbe sufficiente la mia lingua a tractare come si converrebbe di ciò. La terza si è che, posto che fosse l'uno e l'altro, non è convenevole a me tractare di ciò, per quello che tractando converrebbe essere me laudatore di me medesimo, la qual cosa è al postutto biasimevole a chi lo fa, e però lascio cotale tractato ad altro chiosatore. Tuttavia però che molte volte lo numero del nove à preso luogo tra le parole dinanzi, onde pare che sia non sanza ragione, e nella sua partita cotale numero pare che avesse molto luogo, convenesi di dire quindi alcuna cosa, acciò che pare al proposito convenirsi. Onde prima dicerò come ebbe luogo nella sua partita, e poi n'asegnerò alcuna ragione per che questo numero fu a·llei cotanto amico. Io dico che, secondo l'usanza d'Arabia, l'anima sua nobilissima si partio nella prima ora del nono giorno del mese. E secondo l'usanza di Siria, ella si partio nel nono mese dell'anno, però che 'l primo mese è ivi Thisirim primo, lo quale a noi è Octobre. E secondo l'usanza nostra, ella si partio in quello anno della nostra inditione, cioè degli anni Domini, in cui lo perfecto numero nove volte era compiuto in quello centinaio nel quale in questo mondo ella fue posta, ed ella fue delli cristiani del terzodecimo centinaio. Perché questo numero fosse in tanto amico di lei, questa potrebbe essere una ragione. Con ciò sia cosa che, secondo Tholomeo e secondo la cristiana veritade, nove siano li cieli che si muovono; e secondo comune oppinione astrologa, li detti cieli adoperino qua giù secondo la loro abitudine insieme; questo numero fue amico di lei per dare ad intendere che nella sua generatione tutti e nove li mobili cieli perfectissimamente s'aveano insieme. Questa è una ragione di ciò. Ma più sottilmente pensando, e secondo la infallibile veritade, questo numero fue ella medesima: per similitudine dico, e ciò intendo così. Lo numero del tre è la radice del nove, però che, sanza numero altro alcuno, per sé medesimo fa nove, sì come vedemo manifestamente che tre via tre fa nove. Dunque se lo tre è factore per sé medesimo del nove, e lo factore per sé medesimo delli miracoli è tre, cioè Padre e Figlio e Spirito Sancto, li quali sono tre e uno, questa donna fue acompagnata da questo numero del nove a dare ad intendere ch'ella era uno nove, cioè uno miracolo, la cui radice, cioè del miracolo, è solamente la mirabile Trinitade. Forse ancora per più sottile persona si vedrebbe più sottile ragione in ciò; ma questa è quella che io ne veggio, e che più mi piace. Poi che fue partita da questo secolo, rimase tutta la sopradecta cittade quasi vedova dispogliata da ogni dignitade. Onde io, ancora lagrimando in questa desolata cittade, scrissi alli principi della terra alquanto della sua conditione, pigliando quello cominciamento di Yeremia profeta Quomodo sedet sola civitas. E questo dico acciò che altri non si maravigli perché io l'abbia allegato di sopra quasi come entrata della nuova materia che apresso viene. E se alcuno volesse me riprendere di ciò ch'io non scrivo qui le parole che seguitano a quelle allegate, escusomene, però che lo 'ntendimento mio non fue dal principio di scrivere altro che per volgare; onde, con ciò sia cosa che le parole che seguitano a quelle che sono allegate siano tutte latine, sarebbe fuori dello mio intendimento se le scrivessi. E simile intentione so ch'ebbe questo mio primo amico a cui ciò scrivo, cioè che io li scrivessi solamente volgare.