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Alighieri, Dante
Vita Nova

17

Questa gentilissima donna, di cui ragionato è nelle precedenti parole, venne in tanta gratia delle genti, che quando passava per via, le persone correvano per vedere lei, onde mirabile letitia me ne giugnea nel cuore. E quando ella fosse presso d'alcuno, tanta onestà giugnea nel cuore di quello, che non ardia di levare gli occhi, né di rispondere al suo saluto. E di questo molti, sì come esperti, mi potrebbono testimoniare a chi no·llo credesse. Ella coronata e vestita d'umiltà s'andava, nulla gloria mostrando di ciò ch'ella vedea e udia. Diceano molti, poi che passata era: «Questa non è femina, anzi è de' bellissimi angeli del cielo». E altri diceano: «Questa è una maraviglia; che benedecto sia lo Signore, che sì mirabilemente sa operare!». Io dico che ella si mostrava sì gentile e sì piena di tutti li piaceri, che quelli che la miravano comprendeano in loro una dolcezza onesta e soave tanto, che ridire no·llo sapeano; né alcuno era lo quale potesse mirare lei, che nel principio nol convenisse sospirare. Queste e più mirabili cose da·llei procedeano virtuosamente. Onde io pensando a·cciò, volendo ripigliare lo stilo della sua loda, propuosi di dicere parole nelle quali io dessi ad intendere delle sue mirabili ed excellenti operationi, acciò che non pur coloro che la poteano sensibilemente vedere, ma gli altri sappiano di lei quello che le parole ne possono fare intendere. Allora dissi questo sonnet Tanto gentile.

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua deven tremando muta
e gli occhi no l'ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per gli occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no·lla può chi no·lla prova;
e par che della sua labbia si mova
un spirito soave pien d'amore,
che va dicendo all'anima: Sospira.

Questo sonnet è sì piano ad intendere per quello che narrato è dinanzi, che non abisogna d'alcuna divisione. E però, lasciando lui, dico che questa mia donna venne in tanta gratia, che non solamente ella era onorata e laudata, ma per lei erano onorate e laudate molte. Onde io, veggendo ciò e volendo manifestare a chi ciò non vedea, propuosi anche di dire parole nelle quali ciò fosse significato; e dissi allora questo altro sonnet che comincia Vede perfectamente ogne salute, lo quale narra di lei come la sua virtute adoperava nell'altre, sì come appare nella sua divisione.

Vede perfectamente ogne salute
chi la mia donna tra le donne vede:
quelle che vanno con lei son tenute
di bella gratia a Dio render merzede.
E sua beltate è di tanta virtute,
che nulla invidia all'altre ne procede,
anzi le face andar seco vestute
di gentilezza, d'amore e di fede.
La vista sua fa ogni cosa umile;
e non fa sola sé parer piacente,
ma ciascuna per lei riceve onore.
Ed è negli acti suoi tanto gentile,
che nessun la si può recare a mente
che non sospiri in dolcezza d'amore.

Questo sonnet à tre parti. Nella prima dico tra che gente questa donna più mirabile parea; nella seconda dico sì come era gratiosa la sua compagnia; nella terza dico di quelle cose che virtuosamente operava in altrui. La seconda parte comincia quivi quelle che vanno; la terza quivi E sua beltate. Questa ultima parte si divide in tre. Nella prima dico quello che operava nelle donne, cioè per loro medesime; nella seconda dico quello che operava in loro per altrui; nella terza dico come non solamente nelle donne, ma in tutte le persone, e non solamente nella sua presentia, ma ricordandosi di lei, mirabilemente operava. La seconda comincia quivi La vista; la terza quivi Ed è negli acti.