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Alighieri, Dante
Vita Nova

13

Apresso ciò non molti dì passati, sì come piacque al glorioso Sire, lo quale non negòe la morte a·ssé, colui che era stato genitore di tanta maraviglia quanta si vedea ch'era questa nobilissima Beatrice, di questa vita uscendo, alla gloria eternale sen gio veracemente. Onde con ciò sia cosa che cotale partire sia doloroso a coloro che rimangono e sono stati amici di colui che se ne va; e nulla sia sì intima amistade come da bon padre a bon figliuolo e da bon figliuolo a bon padre; e questa donna fosse in altissimo grado di bontade, e lo suo padre, sì come da molti si crede e vero è, fosse bono in alto grado; manifesto è che questa donna fue amarissimamente piena di dolore. E con ciò sia cosa che secondo l'usanza della sopradecta cittade donne con donne e uomini con uomini s'adunino a cotale tristitia, molte donne s'adunaro colà dove questa Beatrice piangea pietosamente. Onde io veggendo ritornare alquante donne da·llei, udi' dicere loro parole di questa gentilissima com'ella si lamentava; tra le quali parole udi' che diceano: «Certo ella piange sì, che quale la mirasse doverebbe morire di pietade». Allora trapassaro queste donne, e io rimasi in tanta tristitia, che alcuna lagrima talora bagnava la mia faccia, onde io mi ricopria con porre le mani spesso alli miei occhi; e se non fosse ch'io attendea udire anche di lei, però ch'io era in luogo onde se ne giano la maggiore parte di quelle donne che da·llei si partiano, io mi sarei nascoso incontanente che le lagrime m'aveano assalito. E però dimorando ancora nel medesimo luogo, donne anche passaro presso di me, le quali andavano ragionando tra·lloro queste parole: «Chi dêe mai essere lieta di noi che avemo udita parlare questa donna così pietosamente?». Apresso costoro passaro altre che veniano dicendo: «Questi che è qui piange né più né meno come se l'avesse veduta, come noi avemo». Altre dipoi diceano di me: «Vedi questi che non pare esso, tale è divenuto!». E così passando queste donne, udi' parole di lei e di me in questo modo che detto è. Onde io poi pensando propuosi di dire parole, acciò che degnamente avea cagione di dire: nelle quali parole io conchiudesse tutto ciò che inteso avea da queste donne. E però che volentieri l'avrei dimandate se non mi fosse stata riprensione, presi materia di dire come s'io l'avessi dimandate ed elle m'avessero risposto. E feci due sonetti: che nel primo domando, in quello modo che voglia mi giunse di dimandare; nell'altro dico la loro risponsione, pigliando ciò ch'io udi' da·lloro sì come lo mi avessero detto rispondendo. E comincia lo primo Voi che portate la sembianza umile, e l'altro Se' tu colui ch'ài tractato sovente.

«Voi che portate la sembianza umile
con gli occhi bassi, mostrando dolore,
onde venite che 'l vostro colore
par divenuto di pietà simile?
Vedeste voi nostra donna gentile
bagnar nel viso suo di pianto Amore?
Ditelmi, donne, che me 'l dice il core,
perch'io vi veggio andar sanz'acto vile.
E se venite da tanta pietate,
piacciavi di restar qui meco alquanto,
e qual che sia di lei nol mi celate.
Io veggio gli occhi vostri ch'ànno pianto,
e veggiovi tornar sì sfigurate,
che 'l cor mi triema di vederne tanto».

Questo sonnet si divide in due parti. Nella prima chiamo e domando queste donne se vengono da·llei, dicendo loro che io lo credo, però che tornano quasi ingentilite; nella seconda le prego che mi dicano di lei. La seconda comincia quivi E se venite.

«Se' tu colui ch'ài tractato sovente
di nostra donna, sol parlando a noi?
Tu risomigli alla voce ben lui,
ma la figura ne par d'altra gente».
«E perché piangi tu sì coralmente,
che fai di te pietà venire altrui?
Vedestù pianger lei, che tu non puoi
puncto celar la dolorosa mente?».
«Lascia piangere a noi e triste andare
(e fa peccato chi mai ne conforta),
che nel suo pianto l'udimo parlare».
«Ell'à nel viso la pietà sì scorta,
che qual l'avesse voluta mirare
sarebbe innanzi lei piangendo morta».

Questo sonnet à quatro parti, secondo che quatro modi di parlare ebbero in loro le donne per cui rispondo. E però che sono di sopra assai manifesti, non m'intrametto di narrare la sententia delle parti, e però le distinguo solamente. La seconda comincia quivi E perché piangi; la terza Lascia piangere; la quarta Ell'à nel viso.