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Alighieri, Dante
Rime

30. Poscia chAmor del tutto mha lasciato

Poscia chAmor del tutto mha lasciato,
non per mio grato,
ché stato non avea tanto gioioso,
ma però che pietoso
fu tanto del mio core
che non sofferse dascoltar suo pianto,
i canterò, così disamorato,
contra l peccato
chè nato in noi di chiamare a ritroso
tal chè vile e noioso
con nome di valore,
cioè di leggiadria, chè bella tanto
che fa degno di manto
imperïal colui dovella regna:
ellè verace insegna
la qual dimostra u la vertù dimora;
per chio son certo, se ben la difendo
nel dir comio la ntendo,
chAmor di sé mi farà grazia ancora.

Sono che per gittar via loro avere
credon potere
capere là dove li boni stanno
che dopo morte fanno
riparo nella mente
a quei cotanti channo conoscenza.
Ma lor messione a bon non può piacere,
per che tenere
savere fôra, e fuggirieno il danno
che sagiugne a lo nganno
di loro e della gente
channo falso giudicio in lor sentenza.
Qual non dirà fallenza
divorar cibo ed a lussuria intendere,
ornarsi come vendere
si dovesse al mercato di non saggi?
ché l saggio non pregia om per vestimenta,
chaltrui sono ornamenta,
ma pregia il senno e li gentil coraggi.

E altri son che, per esser ridenti,
dintendimenti
correnti voglion esser giudicati
da quei che so ingannati
veggendo rider cosa
che lo ntelletto cieco non la vede.
E parlan con vocaboli eccellenti,
vanno spiacenti,
contenti che dal vulgo sian mirati;
non sono innamorati
mai di donna amorosa;
ne parlamenti lor tengono scede;
non moveriano il piede
per donneare a guisa di leggiadro,
ma come al furto il ladro
così vanno a pigliar villan diletto;
e non però che n donne è sì dispento
leggiadro portamento
che paiono animal sanza intelletto.

Ancor che ciel con cielo in punto sia
che leggiadria
disvia cotanto e più che quantio conto,
ïo che le son conto
merzé duna gentile
che la mostrava in tutti gli atti suoi,
non tacerò di lei, ché villania
far mi parria
sì ria, cha suoi nemici sarei giunto:
per che da questo punto
con rima più sottile
tratterò il ver di lei, ma non so cui.
Io giuro per colui
chAmor si chiama, ed è pien di salute,
che sanza ovrar virtute
nessun puote acquistar verace loda:
dunque, se questa mia materia è bona
come ciascun ragiona,
sarà virtù o con virtù sannoda.

Non è pura virtù la disvïata,
poichè blasmata,
negata là ovè più vertù richesta,
cioè in gente onesta
di vita spiritale
o in abito che di scïenza tene.
Dunque, sellè in cavalier lodata,
sarà mischiata,
causata da più cose, per che questa
convien che di sé vesta
lun bene e laltro male;
ma vertù pura a ciascuno sta bene.
Sollazzo è che convene
con esso amore e lopera perfetta:
da questo terzo retta
è leggiadria, e in esser dura,
sì come il sole al cui esser sadduce
lo calore e la luce
con la perfetta sua bella figura.

Al gran pianeto è tutta simigliante
che dal levante
avante infino a tanto che sasconde
con li bei raggi infonde
vita e vertù qua giuso
nella matera sì comè disposta:
e questa, disdegnosa di cotante
persone quante
sembiante portan domo, e non risponde
il lor frutto alle fronde
per lo mal channo in uso,
simili beni al cor gentile accosta;
ché n donar vita è tosta
con bei sollazzi e con begli atti novi
chognora par che trovi,
e vertù per essemplo a chi lei piglia.
Oh falsi cavalier, malvagi e rei,
nemici di costei,
chal prenze delle stelle sassomiglia!

Dona e riceve lom cui questa vole,
mai non sen dole,
né l sole per donar luce alle stelle,
né per prender da elle
nel suo effetto aiuto;
ma luno e laltro in ciò diletto tragge.
Già non sinduce ad ira per parole,
ma quelle sole
ricole che son bone, e sue novelle
tutte quante son belle;
per sé è car tenuto
e disïato da persone sagge,
ché dellaltre selvagge
cotanto laude quanto biasmo prezza;
per nessuna grandezza
monta in orgoglio, ma quando lincontra
che sua franchigia li convien mostrare,
quivi si fa laudare.
Color che vivon fanno tutti contra.