IX
Da tutte le tre sopra notate condizioni, che convegnono concorrere acciò che sia nel beneficio la pronta liberalitade, era lo comento latino lontano, e lo volgare è con quelle, sì come si può manifestamente così contare.
Non avrebbe lo latino così servito a molti: ché se noi reducemo a memoria quello che di sopra è ragionato, li litterati fuori di lingua italica non avrebbon potuto avere questo servigio, e quelli di questa lingua, se noi volemo bene vedere chi sono, troveremo che de' mille l'uno ragionevolemente non sarebbe stato servito, però che non l'averebbero ricevuto, tanto sono pronti ad avarizia, che da ogni nobilitate d'animo li rimuove, la quale massimamente desidera questo cibo. E a vituperio di loro dico che non si deono chiamare litterati, però che non acquistano la lettera per lo suo uso, ma in quanto per quella guadagnano denari o dignitate: sì come non si dee chiamare citarista chi tiene la cetera in casa per prestarla per prezzo, e non per usarla per sonare. Tornando dunque al principale proposito, dico che manifestamente si può vedere come lo latino averebbe a pochi dato lo suo beneficio, ma lo volgare servirà veramente a molti. Ché la bontà dell'animo, la quale questo servigio attende, è in coloro che per malvagia disusanza del mondo hanno lasciata la litteratura a coloro che l'hanno fatta di donna meretrice; e questi nobili sono principi, baroni, cavalieri e molt'altra nobile gente, non solamente maschi ma femmine, che sono molti e molte in questa lingua, volgari, e non litterati.
Ancora: non sarebbe lo latino stato datore d'utile dono, che sarà lo volgare. Però che nulla cosa è utile se non in quanto è usata, né è la sua bontà in potenza, che non è essere perfettamente: sì come l'oro, le margarite e li altri tesori che sono sotterrati , però che quelli che sono a mano dell'avaro sono in più basso loco che non è la terra là dove lo tesoro è nascoso. Lo dono veramente di questo comento è la sentenza delle canzoni alle quali fatto è, la qual massimamente intende inducere li uomini a scienza e a vertù, sì come si vedrà per lo pelago del loro trattato. Questa sentenza non possono non avere in uso quelli nelli quali vera nobilità è seminata per lo modo che si dirà nel quarto trattato; e questi sono quasi tutti volgari, sì come sono quelli nobili che di sopra in questo capitolo sono nominati. E non ha contradizione perché alcuno litterato sia di quelli; ché, sì come dice il mio maestro Aristotile nel primo dell'Etica, «una rondine non fa primavera». È adunque manifesto che lo volgare darà cosa utile, e lo latino non l'averebbe data.
Ancora: darà lo volgare dono non dimandato, che non l'averebbe dato lo latino: però che darà se medesimo per comento, che mai non fu domandato da persona; e questo non si può dire dello latino, che per comento e per chiose a molte scritture è già stato domandato, sì come per loro principii si può vedere apertamente in molte.
E così è manifesto che pronta liberalitade mi mosse al volgare anzi che allo latino.