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Alighieri, Dante
Vita Nova

15

Apresso questa vana ymaginatione, avenne uno die che sedendo io pensoso in alcuna parte, e io mi senti' cominciare un terremuoto nel cuore, così come se io fossi stato presente a questa donna. Allora dico che mi giunse una ymaginatione d'Amore: che mi parve vederlo venire da quella parte ove la mia donna stava, e pareami che lietamente mi dicesse nel cuor mio: «Pensa di benedicere lo dì che io ti presi, però che tu lo dêi fare». E certo me parea avere lo cuore sì lieto, che me non parea che fosse lo mio cuore, per la sua nuova conditione. E poco dopo queste parole, che lo cuore mi disse colla lingua d'Amore, io vidi venire verso me una gentil donna, la quale era di famosa bieltade e fue già molto donna di questo mio primo amico. E lo nome di questa donna era Giovanna, salvo che per la sua bieltate, secondo che altri crede, imposto l'era nome Primavera, e così era chiamata. E apresso lei guardando vidi venire la mirabile Beatrice. Queste donne andaro presso di me così, l'una apresso l'altra, e parve che Amore mi parlasse nel cuore e dicesse: «Quella prima è nominata Primavera solo per questa venuta d'oggi; ché io mossi lo imponitore del nome a chiamarla così Primavera, cioè Prima_verrà lo die che Beatrice si mosterrà dopo la ymaginatione del suo fedele. E se anche vòli considerare lo primo nome suo, tanto è quanto dire Primavera, però che lo suo nome Giovanna è da quello Giovanni lo quale precedette la verace luce dicendo: _Ego vox clamantis in deserto: parate viam Domini_». E anche mi parve che mi dicesse dopo queste parole: «E chi volesse sottilmente considerare, quella Beatrice chiamerebbe Amore per molte simiglianze che à meco». Onde io poi ripensando propuosi di scrivere per rima allo mio primo amico (tacendomi certe parole, le quali pareano da tacere), credendo io che ancora lo suo cuore mirasse la bieltade di questa Primavera gentile. E dissi questo sonnet, lo quale comincia Io mi senti' svegliare.

Io mi senti' svegliar dentro allo core
un spirito amoroso che dormia;
e poi vidi venir da lungi Amore
allegro sì, che appena il conoscea,
dicendo: «Or pensa pur di farmi onore»;
e ciascuna parola sua ridea.
E poco stando meco 'l mio signore,
guardando in quella parte onde venia,
io vidi monna Vanna e monna Bice
venire inver' lo loco là ov'io era,
l'una apresso dell'altra maraviglia;
sì come la mente mi ridice,
Amor mi disse: «Quell'è Primavera,
e quell'à nome Amor, sì mi somiglia».

Questo sonnet à molte parti, la prima delle quali dice come io mi senti' svegliare lo tremore usato nel cuore, e come parve che Amore m'apparisse allegro nel mio cuore da lunga parte; la seconda dice come me parea che Amore mi dicesse nel mio cuore, e quale mi parea; la terza dice come, poi che questi fue alquanto stato meco cotale, io vidi e udi' certe cose. La seconda parte comincia quivi dicendo: Or pensa pur di farmi onore; la terza quivi E poco stando. La terza parte si divide in due. Nella prima dico quello che io vidi; nella seconda dico quello che io udi'. La seconda comincia quivi Amor mi disse.