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Alighieri, Dante
Convivio

XII

Se manifestamente per le finestre d'una casa uscisse fiamma di fuoco, e alcuno dimandasse se là dentro fosse il fuoco, e un altro rispondesse a lui di sì, non saprei bene giudicare qual di costoro fosse da schernire di più. E non altrimenti sarebbe fatta la dimanda e la risposta di colui e di me, chi mi domandasse se amore alla mia loquela propia sia in me e io li rispondesse di sì, apresso le sù proposte ragioni. Ma tuttavia, e a mostrare che non solamente amore ma perfettissimo amore di quella è in me, ed a biasimare ancora li suoi aversarii ciò mostrando a chi bene intenderà, dirò come a lei fui fatto amico e poi come l'amistà è confermata. Dico che, sì come vedere si può che scrive Tulio in quello De Amicitia, non discordando dalla sentenza del Filosofo aperta nell'ottavo e nel nono dell'Etica, naturalmente la prossimitade e la bontade sono cagioni d'amore generative; lo beneficio, lo studio e la consuetudine sono cagioni d'amore acrescitive. E tutte queste cagioni vi sono state a generare e a confortare l'amore ch'io porto al mio volgare, sì come brievemente io mostrerò. Tanto è la cosa più prossima quanto, di tutte le cose del suo genere, altrui è più unita: onde di tutti li uomini lo figlio è più prossimo al padre; di tutte l'arti la medicina è più prossima al medico e la musica al musico, però che a loro sono più unite che l'altre; di tutte le terre è più prossima quella dove l'uomo tiene se medesimo, però che è ad esso più unita. E così lo volgare è più prossimo quanto è più unito, e quello è più unito, che uno e solo è prima nella mente che alcuno altro, e che non solamente per sé è unito, ma per accidente, in quanto è congiunto colle più prossime persone, sì come colli parenti e colli propi3 cittadini e colla propia gente. E questo è lo volgare propio: lo quale è non prossimo, ma massimamente prossimo a ciascuno. Per che, se la prossimitade è seme d'amistà, come detto è di sopra, manifesto è ch'ella è delle cagioni stata dell'amore ch'io porto alla mia loquela, che è a me prossima più che l'altre. La sopra detta cagione, cioè d'essere più unito quello ch'è solo prima in tutta la mente, mosse la consuetudine della gente, che fanno li primogeniti succedere solamente, sì come più propinqui, e perché più propinqui più amati. Ancora: la bontade fece me a lei amico. E qui è da sapere che ogni bontade propia in alcuna cosa, è amabile in quella: sì com'è nella maschiezza essere ben barbuto, e nella femminezza essere ben pulita di barba in tutta la faccia; sì com'è nel bracco bene odorare, e sì com'è nel veltro ben correre. E quanto ella è più propia, tanto ancora è più amabile; onde, avegna che ciascuna vertù sia amabile nell'uomo, quella è più amabile in esso che è più umana, e questa è la giustizia, la quale è solamente nella parte razionale o vero intellettuale, cioè nella volontade. Questa è tanto amabile, che, sì come dice lo Filosofo nel quinto dell'Etica, li suoi nimici l'amano, sì come sono ladroni e rubatori; e però vedemo che 'l suo contrario, cioè la ingiustizia, massimamente è odiata, sì come è tradimento, ingratitudine, falsitade, furto, rapina, inganno e loro simili. Li quali sono tanto inumani peccati, che ad iscusare sé della infamia di quelli, si concede da lunga usanza che uomo parli di sé, sì come detto è di sopra, e possa dire sé essere e fedele e leale. Di questa vertù inanzi dicerò più pienamente nel quartodecimo trattato; e qui lasciando, torno al proposito. Provato è adunque la bontà della cosa più propia più essere amabile in quella. E a mostrare quale in essa è più propia, è da vedere quella che più in essa è amata e commendata, e quella è essa. E noi vedemo che in ciascuna cosa di sermone lo bene manifestare del concetto è più amato e commendato: dunque è questa la prima sua bontade. E con ciò sia cosa che questa sia nel nostro volgare, sì come manifestato è di sopra in altro capitolo, manifesto è ched ella è delle cagioni stata dell'amore ch'io porto ad esso: poi che, sì come detto è, la bontade è cagione d'amore generativa.