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Latini, Brunetto
La rettorica

Argomento 57. Di rimuovere.

TULLIO

Rimuovere lo peccato è quando l'accusato si sforza di rimuovere quel peccato da sé e da sua colpa e metterlo sopra un altro per forza e per podestà di lui; la qual cosa si puote fare in due guise: o mettere la colpa o mettere lo fatto sopr'altrui. Et certo la colpa e la cagione si mette sopra altrui dicendo che quel sia fatto per sua forza e per sua podestate. Il fatto si mette sopr'altrui dicendo che dovea un altro e potea fare quel fatto. RIMUOVERE: colpa fatto.


SPONITORE

In questo luogo dice Tullio ch'è rimuovere lo peccato e come si puote fare, et è cotale il caso: Uno è accusato d'uno malificio, et elli vegnendo a sua defensione sì leva da ssé quel maleficio e mettelo sopra un altro, o dice bene che ll'à fatto, ma un altro ch'avea in lui forza e signoria il costrinse a ffare quel male; e questo rimovimento del peccato dice Tullio che ssi puote fare in due guise: l'una si mette la colpa e la cagione sopra un altro, l'altra si mette il fatto sopra altrui. Et certo la colpa e la cagione si mette sopr'altrui quando l'accusato dice che elli à fatto quel male per colpa d'alcuno il quale à sopra lui forza e signoria. Verbigrazia: Il comune di Firenzeelesse ambasciadori e fue loro comandato che prendessero la paga dal camarlingo per loro dispensa et immantenente andassero alla presenzia di messer lo papa per contradiare il passamento de' cavalieri che veniano di Cicilia in Toscana contra Firenze. Questi ambasciadori domandaro il pagamento e 'l signore no 'l fece dare, e 'l camarlingo medesimo negò la pecunia, sicché li ambasciadori non andaro e' cavalieri vennero. Della qual cosa questi ambasciadori fuorono accusati, ma elli si levaro la colpa e la cagione e miserla sopra 'l signore e sopra 'l camarlingo, i quali aveano la forza e la segnoria e non fecero lo pagamento. Mettere il fatto sopr'altrui è quando l'accusato dice ch'egli quel fatto non fece e non ebbe colpa né cagione del fare, ma dice che alcuno altro l'à fatto et ebbevi colpa e cagione, mostrando che quell'altro sopra cui elli il mette dovea e potea fare quel male. Verbigrazia: Catone e Catellina andavano da Romaa Rieti, et incontrarono uno parente di Catone, a cui Catellina portava grande malavoglienza per cagione della coniurazione di Roma, e perciò in mezzo della via l'uccise; né Catone non avea podere di difenderlo, perciò ch'era malato di suo corpo, ma rimase intorno al morto per ordinare sua sopultura. Et Catellina si n'andò inn altra parte molto avaccio e celatamente. In questo mezzo genti che passavano per la viaper lo camino trovaro il morto di novello, e Catone intorno lui, sì pensaro certamente che Catone avesse fatto il malificio, e perciò fue esso accusato di quella morte; ond'elli in sua defensione levava da ssé quel fatto dicendo che fatto no-ll'avea e che no 'l dovea fare, perciò ch'era suo parente, e dicea che no-ll'arebbe potuto fare, perciò ch'elli era malato di sua persona. Et così recava il fatto e la colpa sopra Catellina, perciò che 'l dovea fare come di suo nemico e poteal fare, ch'era sano e forte e di reo animo. Et poi che Tulio àe insegnato rimuovere lo peccato, sì insegnerà in questa altra partita riferire il peccato.