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Guittone d'Arezzo
Rime

CCXVII

All'amico Finfo, al quale non vuol esprimere le dovute lodi in presenza.

Finfo amico, dire io, voi presente,
qual voi e quanto a me pregio presenta
e prov'appresso vostr'opera gente,
lo core mio non già guaire talenta;
e ragion e saver non mel consente,
laudar voi, si ben degno vi senta.
E voi non sia più laudar me piacente,
se 'n vostro amor non v'è piacer ch'i' penta.
Nescente conto certo o disleale
laudare amico o ver signore in faccia,
se tanto o piò, com'el conta, lui vale.
Laccio coverto d'esca è laudar, o' laccia
fellon semprice om e 'l mette a male;
per che chi m'ama a me' laudarme taccia.