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Alighieri, Dante
Rime

20. E mincresce di me sì duramente

E mincresce di me sì duramente,
chaltrettanto di doglia
mi reca la pietà quanto l martiro,
lasso, però che dolorosamente
sento contra mia voglia
raccoglier laire del sezzaio sospiro
entro n quel cor che belli occhi feriro
quando li aperse Amor con le sue mani
per conducermi al tempo che mi sface.
Oïmè, quanto piani,
soavi e dolci ver me si levaro
quandelli incominciaro
la morte mia, che tanto mi dispiace,
dicendo: Nostro lume porta pace.

Noi darem pace al core, a voi diletto
diceano agli occhi miei
quei della bella donna alcuna volta;
ma poi che sepper di loro intelletto
che per forza di lei
mera la mente già ben tutta tolta,
con le nsegne dAmor dieder la volta;
sì che la lor vittorïosa vista
poi non si vide pur una fïata:
ondè rimasa trista
lanima mia che nattendea conforto;
ed ora quasi morto
vede lo core a cui era sposata,
e partir la conviene innamorata.

Innamorata se ne va piangendo
fora di questa vita
la sconsolata, ché la caccia Amore.
Ella si move quinci sì dolendo,
chanzi la sua partits
lascolta con pietate il suo fattore.
Ristretta sè entro l mezzo del core
con quella vita che rimane spenta
solo in quel punto chella sen va via,
ed ivi si lamenta
dAmor che for desto mondo la caccia,
e spessamente abraccia
li spiriti che piangon tuttavia,
però che perdon la lor compagnia

Limagine di questa donna siede
su nella mente ancora,
là ove la puose quei che fu sua guida;
e non le pesa del mal chella vede,
anzi vie più bella ora
che mai e vie più lieta par che rida,
ed alza gli occhi micidiali, e grida
sovra colei che piange il suo partire:
Vanne, misera, fuor, vattene omai!
Questo grida il desire
che mi combatte così come suole,
avegna che men duole,
però che l mio sentire è meno assai
ed è più presso al terminar de guai.

Lo giorno che costei nel mondo venne,
secondo che si truova
nel libro della mente che vien meno,
la mia persona pargola sostenne
una passïon nova,
tal chio rimasi di paura pieno;
cha tutte mie virtù fu posto un freno
subitamente sì chio caddi in terra
per una luce che nel cuor percosse;
e se l libro non erra,
lo spirito maggior tremò sì forte
che parve ben che morte
per lui in questo mondo giunta fosse;
ma or ne ncresce a quei che questo mosse.

Quando maparve poi la gran biltate
che sì mi fa dolere,
donne gentili a cui i ho parlato,
quella virtù cha più nobilitate,
mirando nel piacere,
saccorse ben che l suo male era nato;
e conobbe il disio chera creato
per lo mirare intento chella fece,
sì che piangendo disse a laltre poi:
Qui giugnerà, in vece
duna chi vidi, la bella figura
che già mi fa paura,
che sarà donna sopra tutte noi
tosto che fia piacer degli occhi suoi.

I ho parlato a voi, giovani donne
chavete gli occhi di bellezze ornati
e la mente damor vinta e pensosa,
perchè raccomandati
vi sian li detti miei ovunque sono;
e nnanzi a voi perdono
la morte mia a quella bella cosa
che me nacolpa e mai non fu pietosa.