Apresso ciò, cominciai a pensare un giorno sopra quello che detto avea della mia donna, cioè in questi due sonetti precedenti; e veggendo nel mio pensero che io non avea detto di quello che al presente tempo adoperava in me, pareami defectivamente avere parlato. E però propuosi di dire parole nelle quali io dicessi come mi parea essere disposto alla sua operatione, e come operava in me la sua virtute. E non credendo potere ciò narrare in brevitade di sonnet, cominciai allora una canzone, la quale comincia Sì lungiamente.
Sì lungiamente m'à tenuto Amoree costumato alla sua segnoria,
che sì com'elli m'era forte in pria,
così mi sta soave ora nel core.
Però quando mi tolle sì 'l valore,
che li spiriti par che fuggan via,
allor sente la frale anima mia
tanta dolcezza, che 'l viso ne smore.
Poi prende Amore _ in me tanta virtute,
che fa li miei spirti gir parlando,
ed escon for chiamando
la donna mia, per darmi più salute.
Questo m'avene ovunque ella mi vede,
e sì è cosa umil, che nol si crede.